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Il Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs – SAVT

 

Alla fine della seconda guerra mondiale, in tutta Italia i lavoratori si riconoscevano in una unica organizzazione sindacale, all’interno della quale sussistevano diversificazioni ideali ed ideologiche: vi erano, così, comunisti, socialisti, cattolici, ecc.; in Valle d’Aosta vi era un rilevante numero di lavoratori autonomisti e federalisti i quali, pur partecipando alla vita unitaria del sindacato, si erano organizzati in “Sections des travailleurs valdôtains”, presenti nelle diverse realtà lavorative, ma soprattutto nel settore industriale e metallurgico.

L’unità sindacale venne meno alla fine degli anni 40, malgrado lo sforzo e gli appelli all’unità di cui erano promotori proprio i lavoratori delle Sections. E poiché due erano, in particolare, le sigle sindacali nelle quali i lavoratori si riorganizzavano, i lavoratori valdostani cominciarono a pensare che fosse venuto il momento di costituire un loro sindacato.

Si tennero numerose assemblee e riunioni, fino a quando, a conclusione di una di queste affollate ed animate assemblee, ad Aosta, venne costituito ufficialmente il S.A.V.T. (Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs): è il 1° maggio 1952. Tra gli obiettivi prioritari che il S.A.V.T. si diede figurano:

Questi tre punti sono sempre rimasti al centro delle preoccupazioni e degli impegni del S.A.V.T. che, proponendosi di affermare e consolidare “l’unità nella diversità”, ha spesso avuto un ruolo di mediazione nei rapporti tra le organizzazioni sindacali, soprattutto nei momenti di maggiori tensioni.

Nel 1972 il S.A.V.T. Ha promosso, insieme alle altre organizzazioni sindacali, la FEDERAZIONE CGIL-CISL-SAVT-UIL, una esperienza unica in Italia.

Negli anni 80 il S.A.V.T. Ha rilanciato con forza il proprio impegno autonomista e federalista confermando, in un progetto di società moderna e di Valle d’Aosta moderna, l’autonomia sindacali da partiti e movimenti politici.

Lo sforzo organizzativo del S.A.V.T., organizzazione sindacale di grande peso nella realtà socio-economica della Valle d’Aosta, viene coronato con il riconoscimento ufficiale di “sindacato maggiormente rappresentativo” su base regionale, sancito con Decreto Legislativo n. 430/1989 (art.5, comma 3 e art. 6) “Norme di attuazione dello Statuto Speciale per la regione Valle d’Aosta in materia di previdenza e di assicurazioni sociali”, in virtù del quale al S.A.V.T. sono estesi gli stessi diritti riconosciuti alle altre organizzazioni sindacali.

Negli anni 90 prende concretezza il processo di formazione dell’Unione Europea che continua ai nostri giorni ed ha visto, tra l’altro, l’introduzione in tutta Europa di una moneta unica. Il S.A.V.T. ha sempre espresso fiducia e speranza in questo progetto ed in questa fase lavoro affinché l’Europa sia un luogo ove democrazia, pace e giustizia siano certe; un luogo dove possano trovare soluzione le grandi problematiche legate al mondo del lavoro, del sociale, dell’ambiente.

Ma partecipa a questo processo affiancando le organizzazioni sindacali delle nazionalità (altrimenti definite minoranze etniche, Nazioni senza Stato, comunità linguistiche), unite nella speranza che l’Europa possa essere l’Europa dei Popoli e dei lavoratori.

In questa epoca di grandi e repentini mutamenti, il S.A.V.T. agisce insieme alle altre OO.SS. Per rendere i lavoratori protagonisti delle riforme e degli interventi per garantire la sicurezza sul lavoro, sempre tenendo in prima considerazione la dignità del lavoro.

GLI OBIETTIVI DISTINTIVI DEL SAVT

Gli obiettivi che caratterizzano il SAVT sono i seguenti:

Il sindacato valdostano, nell’ambito dell’unitarietà, accanto a tutti i temi per la salvaguardia e lo sviluppo della libertà dei lavoratori e delle lavoratrici e per la trasformazione della società, aggiunge in più la difesa dei valori culturali e linguistici che contraddistinguono la comunità valdostana.

*) Federalismo basato sull’impegno di costruire una società pacifica e democratica che consenta ad ogni popolo di affermarsi e svilupparsi pienamente, organizzandosi istituzionalmente secondo le proprie esigenze, in un contesto nel quale ogni individuo possa anch’esso svilupparsi in solidarietà con gli altri individui, in uno spirito di tolleranza: una società democratica caratterizzata da un’omogeneità storica, culturale, geografica ed economica. Il Federalismo diventa, quindi, la strategia per armonizzare situazioni tanto diverse in una società nuova che concepisca i rapporti fra i popoli e l’equilibrio dei loro interessi e della loro identità sulla base della cooperazione.

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